Argomenti
Bhopal, 40 anni dal più grave disastro industriale della storia
Il fatto
Nella notte del 3 dicembre 1984, 40 tonnellate di isocianato di metile, un gas letale usato per fabbricare pesticidi, fuoriescono dai serbatoi della Union Carbide a Bhopal, in India. La Union Carbide è la filiale locale di una importante multinazionale chimica, con sede principale negli Stati Uniti. Saranno 3828 i decessi immediati, secondo le cifre ufficiali, ma si stimano in oltre 20.000 le morti avvenute negli anni seguenti per le intossicazioni.
Asini da copertina
Il Little Rann of Kutch, al confine tra Gujarat e Katchh, nell’India occidentale, è parco naturale dal 1973. Ospita legioni di fenicotteri e una singolare popolazione di asini selvatici nativi della zona.
I tibetani e gli altri
Pellegrinaggio buddhista a Bodhgaya
Seconda puntata sul sito di pellegrinaggio buddhista di Bodhgaya, nel Bihar indiano. Siddharta Goutama, che poi venne detto il Buddha, nacque a Lumbini nelle pianure dell’attuale Nepal meridionale, e non si spostò mai più che di qualche centinaio di km.
Bodhgaya, dove il Buddha ottenne l’illuminazione
13 km a sud di Gaya, 113 da Patna capoluogo dello stato indiano del Bihar, Bodhgaya è il luogo dove il Buddha ottenne l’illuminazione. Meta di pellegrinaggio di livello internazionale, ospita templi buddhisti di tutte le chiese, tra cui l’attrazione è il celebre Mahabodhi Temple, cui è stata riconosciuta dall’Unesco l’appartenenza al Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
India, il Taj e la fotografia
Oggi uno sguardo al grande monumento dell’India, il Taj Mahal. Costruito nel 1634 dall’imperatore moghul Shah Jahan quale mausoleo per la moglie prediletta, Mumtaz, è un luogo di grande perfezione architettonica.
Delhi, 1976
Normalmente, in India, i poliziotti non accettano d’essere fotografati al volo. Di solito, in servizio, oppongono un rifiuto abbastanza tipico. Lo accettavano ancora meno 40 anni fa, prima della democratizzazione dell’esercizio fotografico legata all’avvento degli smartphone alla portata di (quasi) tutti.
Il senso dell'India per lo smartphone
In India ci sono 650 milioni di cellulari a fronte di una popolazione di 1 miliardo e 400 milioni di persone (anche se i numeri telefonici registrati sono molti di più, ma questo succede in tutti i paesi del mondo).
India, affollamento e coronavirus
Ancora sullo scandalo dei lavoratori migranti e in generale dei milioni di poveri che, in India, hanno perso il lavoro da un giorno all’altro quando, il 24 marzo scorso, il premier Narendra Modi ha decretato, con un preavviso di sole 4 ore, il lockdown dell’intero paese. Per fronteggiare, naturalmente, il coronavirus. Per quanto riguarda i lavoratori migranti si tratta, secondo le stime, di 45 milioni di persone più le loro famiglie. Persone per le quali il problema principale, rimasti senza occupazione, è la povertà.
India. I lavoratori migranti al tempo del coronavirus
L’India possiede la forza-lavoro più numerosa al mondo, che deve però supportare un numero ancora maggiore di persone (tra ragazzini e vecchi). Creare occupazione ogni giorno, anche in tempi normali, è un’impresa da far tremare le vene dei polsi.
Delhi. Uomini e animali prima del lockdown
Quello dell’immagine sarebbe il centro di Delhi in tempi normali, dove persone (ed animali) vivono assieme in uno degli abbracci più stretti del pianeta.
Sulla destra un ragazzino, che guida il carro della sua famiglia, scherza con l’obiettivo.