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Montagna, musica e bambini
Invece che un articolo e qualche foto soltanto, oggi desidero condividere un bellissimo video, che mette insieme la musica di una rock band italiana e la danza spontanea di un gruppo di ragazzini e ragazzine del sud dell’India. Una performance di cui noi ci siamo innamorati subito: originale, delicata, e molto tenera. Musica e danze vanno in scena in pochi intensi minuti attraverso l’arte visuale di un regista, fotografo, attore, musicista, artista poliedrico: Francesco Cabras, fra l’altro un amico, e persona di grande talento.
Lagune costiere, tra terra e mare.
Un viaggio nelle backwaters
Vaste lagune costiere a ridosso del mare, integrate da un intrico di canali, naturali e creati dall’uomo, accompagnano longitudinalmente l’estensione del Kerala. Sono le cosiddette backwaters. Se la loro porzione più agevole da visitare, spesso tuttora di selvaggia bellezza, è quella tra Quilon e Cochin via Alleppey e Kottayam, anche altrove lungo la costa si trovano canali, laghi e lagune. Rispetto alla magia del luogo, fanno eccezione alcune aree ormai battute da un turismo di massa che qui è soprattutto legato alle houseboats, e al loro utilizzo troppo concentrato, di cui parlo dopo.
Ma scegliendo una piccola barca a remi si ha l’opportunità di entrare silenziosamente nel cuore del tessuto vitale che i Keralesi si sono ritagliati tra terra e mare.
Fort Cochin, la gemma del Kerala/1
Ancora India, stavolta nel profondo sud: il Kerala è un crogiolo dove mercanti e coloni di popoli diversi arrivarono sempre per mare. Oggi ribattezzata Kochi, la città di Cochin fu costruita tra la terraferma e l’acqua, utilizzando varie piccole isole ed unendole alla fine in un unicum. A ridosso della sua baia si aprono le cosiddette backwaters, lagune costiere d’acqua dolce, immerse nel verde perenne.
C’è Modi e Modi/3
Il primo ministro e la campagna contro la Open Defecation
Il primo ministro indiano Modi molto aveva promesso. Sul fronte economico e sul fronte delle politiche sociali.
Alle commemorazioni per i 150 anni di Gandhi, celebrati urbi et orbi in India, in corso tra 2019 e 2020 e usate quale ombrello per una miriade di iniziative (comprese alcune che non c’entrano con le idee del padre della nazione), Modi ha dichiarato che nel quadro della Campagna contro la Open Defecation sono state costruite in India 110 milioni di toilette in 600.000 villaggi negli ultimi 5 anni (negli ultimi 5 anni significa durante il suo mandato, prima al potere c’era il Congress). La crociata contro la cagata libera è stata e resta uno dei fiori all’occhiello delle sue politiche su questo fronte!
L'immigrazione questione pretestuosa. Anche in India
Il Citizenship Amendment Act e il National Register of Citizens
Il CAA, o Citizenship Amendment Act, è la legge voluta dal governo Modi che rende possibile la cittadinanza indiana per gli immigrati Indù, Cristiani, Buddhisti, Jain, Sikh e Parsi che siano giunti in India prima del 31 dicembre 2014 provenendo da Pakistan, Afghanistan, Bangladesh, e che siano rimasti nel paese per 5 anni. Esclusi da questo novero sono pero’ gli immigrati musulmani, visto che i tre paesi di provenienza in questione sono appunto paesi islamici. Secondo l’Intelligence Indiana, saranno circa 30.000 gli immediati beneficiari della legge.
Esiste d’altra parte un gran numero di immigrati in India che vengono definiti illegali, e tra costoro i musulmani sono la maggioranza. Molti, in stati come l’Assam o il Tripura, nel nordest, abitano lì da generazioni, di fatto sono ormai naturalizzati anche se spesso non risultano in grado di produrre documenti validi che lo provino. E in assenza di questi ultimi la cittadinanza non può essere concessa. In combinazione con la ventilata estensione all’India intera di un’altra misura, l’NRC o National Register of Citizens, la legge ha sollevato il timore che questa gente (ed altra in tutto il paese) venga esclusa dal diritto di cittadinanza – schedata ed espulsa. La faccenda ha generato enormi preoccupazioni e generato vibrate proteste.
C’è Modi e Modi/2
Perchè la gente ama questo Primo Ministro?
Perchè gli indiani amano tanto questo Primo Ministro? Scriveva di Modi appena uscito vittorioso dalle urne, nel maggio 2019, “D Lui” di Repubblica[1]: “l’urbanizzazione e la crescita record dei giovani hanno formato nuovi valori e comportamenti, hanno nutrito le aspettative portandole sempre più in alto. Hanno ridefinito cosa significhi essere indiani. E non è detto che dopo questa metamorfosi essere indiani vorrà ancora dire laicità e pluralismo” – attributi che hanno caratterizzato l’India dall’Indipendenza ad oggi. Le cose hanno cominciato a cambiare con l’avvento del BJP, la destra attuale di governo. Modi lo ha capito e ha fatto le promesse giuste. Ha fatto sognare la giovane India dandole più fierezza, il capitale più a buon mercato per ogni demagogo”.
C’è Modi e Modi/1
Tra Udaipur e Kashmir
Udaipur, Rajasthan, 5.00 del mattino del 2 agosto 2019. Appena fuori dall’albergo - sono 30 km fino all’aeroporto, vado a prendere il mio volo per Delhi - il taxista che mi carica esulta per le notizie che arrivano dalla radio. Il “governo del fare” di Modi sta annunciando chissà cosa per il Kashmir: regole diverse, investimenti, più turismo, traduce lui dall’hindi. Così finalmente potrete andarci più facilmente, dice il tassista, un ometto di mezza età certamente costretto ad una vita dura in macchina, tutti i santi giorni in mezzo al traffico impietoso dell’India. “Visto cosa è successo in Kashmir?” - mi apostrofa concitato – “Il governo Modi ha cambiato tutto! Finalmente potrete andare da quelle parti senza più pericoli (il soggetto saremmo noi, i turisti) perché non ci sarà più terrorismo!”
Fauna ferroviaria, 1988
Terza puntata delle mie “storie di treni”. Dove scavo ancora di più nel mio passato in India, in una sorta di Archeologia del Garrone… L'articolo di seguito e' stato redatto nel 1988 e si riferisce a quell’anno. Ovviamente molte cose sono cambiate da allora, ma il messaggio essenziale resta identico. Lo pubblico quindi come è stato scritto allora, con giusto qualche nota di commento a piè di pagina.
Fauna ferroviaria
Giaccio sistemato su una panca di treno, in legno duro, occhi aperti e sensi all'erta. Pronto a vederne di tutti i colori, pronto a un tuffo nel molteplice. Siamo ad una delle trecento fermate dell'Udhyan Express, da Bombay a Bangalore. Partenza ore 20.00, arrivo 24 ore più tardi.
I mendicanti fanno parte dell'esistenza quotidiana. Ecco questo cieco musulmano che canta per poche rupie, il capo reclinato all'indietro, una candida papalina in testa. Lo accompagna sul treno un ragazzino, da solo il cieco non potrebbe farcela, tenendolo per mano lungo il corridoio. Di solito, questa gente canta motivi religiosi, ma ognuno lo fa personalizzandoli, con voce roca, struggente, spezzata. Il bambino, nel frattempo, tende la mano libera.
Express, mail, scartamento ridotto. Treni indiani nel 1988
Seconda puntata delle mie “storie di treni”. Dove scavo ancora di più nel mio passato in India, in una sorta di Archeologia del Garrone… I due pezzi di seguito erano stati redatti nel 1988 e si riferiscono a quell’anno. Ovviamente molte cose sono cambiate da allora, ma il messaggio essenziale resta identico. Li pubblico quindi come sono stati scritti allora, con giusto qualche nota di commento a piè di pagina.
Express, mail, scartamento ridotto
Gestiti dallo stato in regime di monopolio, ancora vecchi e sbuffanti, i vagoni rosso mattone coi finestrini piccoli e sbarrati, i treni indiani sono leggendari. Lo specchio fedele del paese. Usarli significa farsi testimoni diretti degli eventi quotidiani. Può servire a tastarne il polso.
Tra i più vasti ed articolati del globo, il sistema ferroviario indiano fu avviato dagli inglesi a partire dalla metà dell'800, quindi progressivamente esteso e, dopo l'indipendenza, ancora rinnovato ed ampliato. Ha giocato un ruolo decisivo nello sviluppo della nazione unitaria.
Notte in treno, da Guntakal a Bombay. Agosto 2005
Ho pensato a lungo se pubblicare adesso questo vecchio pezzo del 2005 che, al di là del suo (relativo) valore letterario, può essere facilmente interpretato nel solito modo: come è sporca, com’è povera l’India. Come sono sporchi loro, quanta mancanza di igiene, e via con la solita solfa. Decido di pubblicarlo lo stesso sul mio sito così come farò nel prossimo futuro con altri pezzi molto vecchi, visto che vado in India dal 1976 e un po’ di cosette le ho viste. E se anche qui come dappertutto le cose migliorano, nel subcontinente l’igiene resta una questione aperta. D'altra parte gli articoli accumulati dal sottoscritto durante i suoi viaggi in treno da queste parti sono talmente numerosi, ormai, che ho deciso di raccoglierli in un'apposita serie: si chiama Storie di Treni, appunto.
Voglio però sottolineare, a titolo di indispensabile premessa al pezzo che segue, due aspetti principali.
Primo, gli scompartimenti di treno di cui si parla in questo raccontino sono le “sleeper class” di 15 anni fa, e da allora ad oggi un po’ d’acqua è passata sotto i ponti. Cos’è una sleeper class? E’ uno scompartimento senz’aria condizionata dove sale chi vuole, e su cui chiunque può chiederti un lembo di posto, del tuo posto, anche se tu il tuo sedile l’hai prenotato. Sono gli scompartimenti frequentati dai poveri, che in India rimangono un buon 300 milioni di persone – stima a braccio. Fino agli anni ’90 molti di questi treni andavano a carbone, l’aggravante erano i lapilli della combustione che finivano dentro i vagoni che, nell’afa, viaggiavano coi finestrini aperti anche di notte.