Poche città del deserto sono evocative come Yazd in Iran. Incastonata in quello che oggi è un vasto agglomerato urbano con tanto di traffico, cemento e alti casermoni condominiali, Yazd conserva però anche un bellissimo centro storico.

 

Yazd, volte dei vicoli del centro storico. Foto Renzo Garrone

 

Nell’intera zona le case restano in argilla paglia e sale (un impasto caratteristico di questa architettura del deserto, detto adobe: si tratta di mattoni di terra cruda non cotti in una fornace). Sulle abitazioni svettano tuttora le locali torri del vento (dette badgir), che servono a ottenere una ventilazione naturale all’interno degli edifici. Spesso ancora collegate alle cisterne coperte (che una volta conservavano l’acqua sia la piovana che quella conseguita per caduta, entrambe preziosissime). 

 

Yazd, badgir nel centro storico. Foto Renzo Garrone

 

Yadz conserva anche un Museo dell'acqua dove si spiega la tecnica dei qanat, canali sotterranei che recavano acqua dalle montagne attraverso il deserto.

Non solo. Poco fuori città le Torri del Silenzio zoroastriane sono luogo di enorme suggestione.

 

Yazd, le Torri del Silenzio zoroastriane. Foto Renzo Garrone

 

Mentre tra le numerose moschee c’è la per me bellissima la Masjid-e Jameh, in pieno centro storico.

Notturno a Yazd, la Masjid-e Jameh. Foto Renzo Garrone

 

Yazd, interno della Masjid-e Jameh. Foto Renzo Garrone

 

Yazd, mosaici e decorazioni all'interno della Masjid-e Jameh. Foto Renzo Garrone

 

Infine resistono, nonostante il deserto, i magnifici giardini di Bagh-e-Dolat Abad, col badgir + alto del paese, inseriti dall'UNESCO nella lista dei Giardini iraniani Patrimonio dell'Umanità.