Il piccolo Ape versione indiana, noto soprattutto per il trasporto passeggeri, è costruito ormai da decenni da un’azienda locale di nome Bajaj. Ha il tassametro - funge da taxi - ma di rado i guidatori vogliono usarlo: si contratta, si litiga. Poi spesso si finisce a casa dell’autista.
A fare amicizia con la sua famiglia…
Fort Cochin, a casa dell'autista, nella città vecchia. Tutte le immagini sono state scattate in Kerala. Foto di Renzo Garrone
La Bajaj fu fondata nel 1945, inizialmente come importatore verso l’India di veicoli a due e tre ruote fabbricati all’estero. Nel 1959 ottiene dal governo indiano la licenza di produrne in patria, e al contempo si accorda con l’italiana Piaggio per sfornare in India la Vespa: la prima della gamma sarà la Vespa 150, una versione del mitico vespone Sprint Veloce.
Autorisciò a Mattancherry all'uscita del ferry per Ernakulam. Foto Renzo Garrone
Ma non solo alla Vespa questa azienda deve la sua popolarità: anche l’autorisciò, detto oto dagli indiani ma oggi sempre più spesso, tuk-tuk, fa la sua parte.
La Bajaj è il maggior produttore mondiale di veicoli a tre ruote: il 53% degli autorisciò nel 2013 veniva esportato. Il rimanente 47%, venduto in patria.
Kumarakom market, Kerala. Foto Renzo Garrone