Per me, un luogo dell’anima. Il classico piccolo monumento a misura d’uomo, delizioso ed accogliente come una pieve romanica in Italia, un piccolo wat in campagna in Thailandia, un tempio di pochi metri quadri con un albero di banyan, un lingam e una yoni, in India.
In questo caso si tratta di una piccola moschea, proprio in India, situata ad Aurangabad: Panchakki.
Ci vado e mi porto dietro degli amici ogni volta che mi reco alle grotte di Ajanta ed Ellora, uno dei tesori Unesco del Maharasthtra (lo stato cui appartiene Mumbai).
Il complesso comprende la minuscola moschea (dedicata al santo sufi Baba Shah Musafir), varie vasche per le abluzioni dei fedeli, sulle cui acque il sole della sera allunga ombre bellissime.
Poi un giardino con un grande albero di banyan, fianco a fianco ad un antichissimo mulino ad acqua (per generare energia idroelettrica: l’acqua proviene da una sorgente sulle montagne circostanti). Il tutto fu costruito tra il 1695 e il 1715, ma il mulino ad acqua è di molto precedente.
Sul posto si incontra sempre qualcuno, spesso gente che arriva dai villaggi: garantita un’ora di pace, bellezza e perché no – un classico dell’India – pura socialità. Panchakki!