Ancora un report breve da Mumbai. Che nel 2018 era la seconda città dell’India dopo Delhi, con quasi 20 milioni di abitanti.
Capitale finanziaria e commerciale del paese, con più operai nelle fabbriche di quanti ve ne siano altrove in India, Bombay oggi ribattezzata Mumbai realizza il 25% della produzione industriale e il 33% della contribuzione fiscale sul reddito del paese intero.
E vede passare dalle sue strette e affollatissime strade il 40% del suo commercio con l’estero.
Come accade dappertutto nel subcontinente, tanto lavoro è svolto in termini manuali da legioni di persone senza specializzazioni particolari, che piovono nella metropoli per trovare un lavoro meglio retribuito.
Mi ha sempre colpito quanto lavoro fisico, spesso incredibilmente faticoso e quasi sempre mal pagato, vi sia in questa vastissima regione: cose che nella maggior parte del mondo non sarebbero permesse, qui in India sono comuni.
Un esempio tra tutti i facchini del centro di Mumbai, metropoli dall’intensità babelica: sgobbano ogni giorno per le strade a decine di migliaia, coi loro carretti antidiluviani, a piedi, tirando e spingendo, trasportando ogni tipo di merci tra la folla ed il traffico.
Le immagini, dell’ottobre 2019, si riferiscono ai quartieri attorno al Crawford market, Mohammad Ali road e Mumbadevi.